Archivio per la categoria ‘parole’

#parole. Felicità

Pubblicato: 8 giugno 2013 in Brogliacci, parole

Ho imparato che la felicità non è niente di complicato. Non pretende ossessioni, non reclama ansie. Non vuole tortuosità e ostinazione. Non tollera fughe, rifugi, furbizia. Trucchi. È una cosa facile.

#parole. Male

Pubblicato: 9 ottobre 2012 in parole
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In Bosnia ho imparato che il male è più razionale, più guardingo, addirittura più coerente del bene. Avverte molto prima l’odore del pericolo e la puzza dell’imbroglio.

Paolo Rumiz – “Maschere per un massacro” – Feltrinelli, 1996-2011

Proliferazione di Stati sempre più deboli, bolla di sapone che sfugge nel suo ingrandimento esterno e nel suo rimpicciolimento interno. A titolo di esempio, citiamo la grottesca dichiarazione di Silvio Berlusconi, nel momento del suo insediamento alla presidenza della Comunità Europea, il 1° luglio 2003: «Bisogna che le frontiere europee si allarghino per includere la Turchia, l’Ucraina, la Bielorussia e la Federazione russa».

È ridicola la decentralizzazione delle istanze governamentali quando il centro non è da nessuna parte e la circonferenza è invece ovunque.

Dal momento che nulla è mai realmente intero, la frattalizzazione è l’avvenire di tutti i tentativi di globalizzazione. Di fatto, la frattura e la frammentazione sono le conseguenze indotte dalla pressione o, più esattamente, della compressione di ciò che si pretende “completo” o, meglio, compiuto… Di qui l’esclusione che segna l’esito fatale di ogni preclusione, totalitaria ieri, globalitaria domani.

Paul Virilio – “Città panico” – Raffaello Cortina editore, 2004

Paul Virilio

#parole. Partire

Pubblicato: 17 luglio 2012 in parole
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Ciascuno è iscritto come passeggero di una nave, senza sapere dove sia né il nome. E sono navi strane, capaci di salpare dal centro di un arido deserto o dalla precipitosa gola di una montagna. Ma reggimento o bastimento è lo stesso, il fatto è che un bel giorno ciascuno di noi deve partire.

Dino Buzzati – “Il reggimento parte all’alba” – Il Sole 24 Ore, 2012. 

Ora il “mio” libro io l’avevo, o pensavo di averlo, in Conversazione. Io non ho mai aspirato “ai” libri; aspiro “al” libro; scrivo perché credo in “una” verità da dire; e se torno a scrivere non è perché non mi accorga di “altre” verità che si possono aggiungere, e dire “in più”, dire “inoltre”, ma perché qualcosa che continua a mutare nella verità mi sembra esigere che non si smetta mai di ricominciare a dirla”.

Elio Vittorini, riferito al suo “Conversazione in Sicilia”, nella prefazione dell’edizione del 1948 di “Garofano rosso”.

Milano 1964, Libreria Einaudi. Elio Vittorini parla agli studenti. Foto di Carla Cerati (http://www.lombardiabeniculturali.it/percorsi/mondo-cocktail/1/)